Le incursioni di Pippo
Ritorno a Reggio Emilia
Racconto di R. B. classe 1940
di Agnese Scafuri e Jessica Zhou
Il ricordo più nitido che ho della guerra è che per la prima volta, quando eravamo ancora in Toscana, vidi un bengala che illuminava tutto l’aeroporto per bombardarlo. Ricordo anche di aver visto diverse volte dei tedeschi che venivano a trovare due maestre che abitavano nella villa dove eravamo anche noi. Venivano di sera tutti armati, ricordo ancora quanto fossero spaventose queste persone. Avevo visto anche quattro partigiani impiccati con i tedeschi e i carri armati dietro.
Poi ci siamo trasferiti da Pontevera a Biella perché la fabbrica dove lavorava mio padre che costruiva aeroplani si era trasferita.
Ricordo che quando Pippo passava sopra le città e vedeva delle luci accese, buttava giù una bomba. Per questo si spegnevano tutte le luci. Ogni volta che sentivamo i rumori dell’aereo ci nascondevamo nel rifugio che avevamo scavato vicino casa mia.
Ricordo che alla fine della guerra il trasferimento da Biella a Reggio fu molto avventuroso: viaggiammo su un camion tutto scoperto.
Quando siamo arrivati a Reggio le case erano tutte distrutte e c’erano macerie da tutte le parti, vivevamo in una casa senza riscaldamento e da bambini andavamo a giocare in mezzo alle macerie e mettevamo a rischio la nostra incolumità. Potevano esserci bombe o delle cose pericolose.