Le incursioni di Pippo
I mezzadri
Racconto di F.C. classe 1929
di Davide Cattani e Gregorio Menzà
Il 25 aprile 1945 abitavo a San Geminiano (Montericco) con i miei genitori insieme ad altre famiglie che abitavano con noi.
Noi eravamo nei campi, e abbiamo iniziato a vedere della polvere proveniente dalle strade di San Geminiano, tutte le persone hanno lasciato tutto lì come noi, e siamo andati a vedere: c’erano tante camionette con sopra gli americani che regalavano caramelle, e se ti fermavi ti davano anche un bicchiere di vino.
Della guerra mi ricordo che alla sera venivano in ricognizione gli apparecchi che buttavano giù i Bengala, sono delle grandi luci che facevano vedere meglio di notte.
Un giorno mi ricordo che vennero a bombardare. L’8 gennaio, c’era stato il bombardamento a Reggio Emilia, io ero a Rivalta e si vedevano gli apparecchi che buttavano giù due bombe alla volta, e la gente tutta a scappare. Mio zio era tornato appena prima dalla ritirata in Russia.
A casa nostra c’erano sia i tedeschi che i partigiani, loro venivano di giorno e di notte. Ci fu una notte dove avevamo nei letti, se mi ricordo bene, due partigiani, a uno, a forza di dormir fuori gli erano saltati fuori dei foruncoli sulla schiena e allora e venuto a dormire in un letto, per curarsi.
Come cibo si mangiava abbastanza bene, il pane c’era sempre, inoltre noi uccidevamo due maiali e due pecore, visto che eravamo allevatori. Noi eravamo i più fortunati perché lavoravamo la terra, mentre c’erano i “casant” che era delle gente senza lavoro che andava a casa dei contadini a lavorare per portare qualcosa a casa.
Mio zio Paolo era nato nel 1924, aveva l età giusta per andare in guerra ma poi alla fine non ci è andato, è arrivato fino a Reggio e poi è tornato indietro. Dopo l’armistizio dell’8 settembre del ’43 i fascisti, sempre più in crisi, cercavano tutta la gente che non era andata in guerra, quindi da quel momento mio zio Paolo si andò a rifugiare in una località di Scandiano chiamata Figno, non molto distante ma sufficiente per non essere trovato dai nazifascisti.
Mi ricordo che i carabinieri di Albinea scappati dall’esercito sono andati alla chiesa vecchia di Montericco, si sono levati i vestiti e li hanno bruciati, poi si sono vestiti da borghesi.
Durante la guerra si lavorava nei campi, tutti i giorni, mentre sudavo, vedevo passare le fortezze volanti che venivano da Pisa o Livorno: mandati dagli americani andavano a bombardare Milano. Mi ricordo che Pippo appena vedeva un po’ di luce lasciava andare giù uno spezzone, una piccola bomba. Un giorno ho visto un aereo cadere, non era una fortezza volante era più un aereo da ricognizione dei tedeschi, ho visto i due componenti dell’aereo venire fuori con il paracadute però appena atterrati c’era già qualcuno che li ha presi e li ha portati dai partigiani.
Ascoltavo la radio ma bisognava stare attenti perchè se l’ha ascoltavi e ti scoprivano ti toglievano tutto quello che avevi.