Le incursioni di Pippo
La verza
Racconto di D.M.A. classe 1931
di Matteo Sidoli
Ricordo che nel 1944 Saracchi ospitò alla villa di Puianello, verso settembre, una famiglia ebraica. C’era un generale con la moglie, due bambine e due attendenti.
Saracchi gli diceva sempre che doveva andare via perché c’era il comando dei partigiani su a Pecorile: “Lei deve fuggire di qua con la sua famiglia e i suoi attendenti e si deve salvare”. Lui diceva così anche perché era preoccupato per la sua famiglia, perché se i tedeschi venivano su aveva paura di rappresaglie. E così gli attendenti, il generale e Saracchi, con i binocoli, controllavano sempre la strada finché un giorno, sotto sera, hanno visto le camionette che venivano verso casa. Allora l’avvocato Saracchi disse: “Vada via, via, che fa ancora in tempo ad andare giù dal giardino, prenda le siepi, arrivi alla costa, alla costa c’è la famiglia di Fontanesi, lì è già salvo, lo portano loro a Pecorile!”.
Purtroppo non hanno fatto in tempo. Si sono nascosti sui cipressi: c’erano dei cipressi grossi, grossi, allora uno per cipresso si sono nascosti. Arrivò la camionetta dei tedeschi e misero al muro la moglie e le bambine di questo generale, e gli ordini erano questi: “O fuori il generale o vi ammazziamo tutti”. Le bambine hanno cominciato a chiamare: “Papà, papà!”, lui è saltato giù dall’albero e ha dato la parola d’ordine, così sono saltati giù anche gli altri due attendenti. Li hanno arrestati, li hanno portati via e non abbiamo mai saputo che fine hanno fatto. Il generale era ebreo ma gli attendenti no.
Un altro ricordo che ho è che dopo la guerra a Reggio Emilia sono andato dal medico per un certificato. In saletta d’attesa c’erano un signore e una signora seduti in un angolo.
Dava l’impressione, questo signore, di non stare bene, ad un certo punto è entrata nella stanza una bella signora, ben messa, con una bella borsa con dentro una verza grossa. Questo signore ha cominciato a girare su questa sedia, e girare, e girare. Io ho detto: ”Non si sente bene? Chiamiamo fuori il medico?”, e lui pallido, pallido, ha detto: “No, è sufficiente che la signora vada fuori e porti fuori la verza.” La signora ha portato fuori la verza e l’ha messa sul manubrio della bicicletta, è rientrata e lui ha raccontato la storia.
Ha detto: “Io ero in un campo di sterminio a Dachau. Ero addetto agli orti e ci davano da concimare gli orti con la cenere che usciva dai forni, crescevano delle verze grosse, grosse così, e scure. Io quando vedo una verza mi ricordo quel luogo là e sto male.”