Le incursioni di Pippo
A cavallo con papà
Racconto di A. Z. classe 1938
di Lara Levrini
La cosa più importante che mi ricordo del 25 aprile 1945 è che eravamo io, mia mamma e le mie sorelle in piazza a San Polo D’Enza, e sono arrivati i partigiani a cavallo e hanno detto: “E’ FINITA, ABBIAMO CONQUISTATO LA LIBERTA’!”.
E la cosa che più mi ha commossa è che mio papà, che era sopra a un cavallo, mi ha presa per il bavero e mi ha fatta salire con lui sul cavallo, mentre tutti cantavano, festeggiavano, ed erano contenti.
Un episodio particolare che mi ricordo è che una notte mio padre era venuto a casa, pensava che io e le mie sorelle dormissimo, aveva un mitragliatore sulla spalla. Noi l’avevamo però notato, e nostra mamma cercava di spiegarci che era solo un bastone.
Ma la cosa più terrificante erano i bombardamenti. Erano sempre traumatizzanti.
Quasi tutte le notti suonava l’allarme e una cosa che mi ricordo bene è che una notte io, la mia famiglia e dei vicini siamo scappati in campagna e noi bambini scendevamo nei fossi e i nostri genitori ci coprivano con delle coperte perché non dovevamo farci scoprire dagli aerei: non si poteva accendere nulla e dovevamo stare fermi.
Quando scappavamo nei campi andavamo dove capitava, ma in seguito i nostri papà avevano costruito un rifugio nella roccia che serviva anche da rifugio per i partigiani e quando facevamo in tempo scappavamo lì. Lo conoscevano in pochi, e noi bambini non dovevamo mai parlarne agli altri perché avrebbero potuto arrestare chi si trovava lì.
Un’altra cosa che non mi scorderò mai è quello che la nostra maestra delle elementari faceva per noi: faceva andare noi alunni di nascosto in casa sua, per aiutarci con i compiti e poi ci dava anche il tè! Le volevo molto bene.